Qualche settimana fa, ho raccontato sui social una scena divertente accaduta durante una passeggiata al fiume con Kyra. Quattro ragazzi, scendendo anche loro verso l’acqua, si sono ritrovati la strada sbarrata da Kyra, decisa a proteggermi dai pericolosi sconosciuti. La scena faceva sorridere perché i ragazzi sono rimasti pietrificati. Ho richiamato Kyra, che si è spostata senza esitazioni, e ognuno ha ripreso la propria strada.
Ho pubblicato quel post perché faceva ridere, tuttavia in una scena apparentemente leggera come quella, c’è in realtà molto di più di semplice pretesto comico. C’è l’intelligenza di Kyra, la sua capacità di leggere l’ambiente prima di me e il condensato di secoli di selezione che hanno plasmato un individuo che ha nella protezione del suo umano la sua ragione di vita. Ma sopratutto c’è una relazione, un rapporto di fiducia, quello tra noi due, che permette a un comportamento di guardia di risolversi in un momento di semplice incomprensione.
Kyra non ha esagerato. Ha fatto ciò che sapeva fare: ha intercettato un cambiamento improvviso nello spazio, ha valutato e si è messa in posizione. Ha emesso un solo abbaio, secco e deciso, ha atteso. Non per scatenare il panico, ma per farsi capire. Non potrei essere più fiero di lei.
Quel che colpisce — e fa sorridere — è il modo in cui quel gesto è stato interpretato. I ragazzi, colti alla sprovvista, si sono irrigiditi. È bastato un Rottweiler in postura vigile per farli passare, nel giro di pochi secondi, dall’euforia della gita al pensiero che quella potesse essere l’ultima della loro vita. Eppure, quando il cane si è lasciato allontanare senza resistenze, quando ha accettato dí lasciare perdere, la tensione si è sciolta. La scena è rientrata nei suoi confini reali.
Questa è la differenza tra l’animale stereotipato e l’individuo reale. Tra l’immagine del cane pericoloso e il cane che protegge senza mai perdere il controllo. La differenza, in fondo, sta nella relazione, in ciò che si costruisce giorno dopo giorno, nelle esperienze condivise e nel rispetto reciproco.
Per chi vive con un cane come Kyra, momenti del genere non sono solo aneddoti divertenti: sono conferme di un’intesa che funziona, di una forza che non ha bisogno di imporsi. E, in modo forse un po’ paradossale, anche conferme del fatto che certi pregiudizi resistono ancora, motivo per cui continuo a parlare di lei e della nostra vita, perché spero che valga a far capire la differenza tra lo stereotipo e la realtà cui ho accennato all’inizio.
Ridiamoci pure su, ma senza dimenticare che dietro quella risata c’è un animale che ha scelto di fidarsi di una persona che ha imparato ad ascoltarlo.
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