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Il blog di Oreste Patrone


Troppo grandi per esistere

Recentemente, mi è capitato di vedere alcuni video generati con l’intelligenza artificiale, in cui mostri marini e creature leggendarie venivano “intercettati” da telecamere di sicurezza o da improbabili droni in volo. Alcuni di questi video sono veramente fatti bene e mostrano atmosfere cupe, movimenti credibili e suoni realistici.

Ma al di là della qualità tecnica, ciò che mi ha colpito è stata la reazione delle persone: molti li prendevano sul serio, come se davvero ci fosse la possibilità che simili mostri abitino gli abissi o luoghi inaccessibili del pianeta. Questo mi ha offerto lo spunto per una riflessione più ampia sui motivi per cui l’idea di giganti, leviatani e kaijū vari continui ad affascinarci tanto – riflessione che magari approfondirò in un altro articolo – ma soprattutto il pretesto per una ricerca sui motivi per cui, secondo la scienza, creature di tali dimensioni non potrebbero esistere.

Il primo ostacolo insormontabile è dato dalla scalabilità biologica. In natura, l’aumento delle dimensioni corporee non avviene semplicemente ingrandendo ogni parte in proporzione. Quando un organismo raddoppia le sue dimensioni, la massa aumenta con il cubo della dimensione, mentre la resistenza strutturale di ossa e muscoli cresce solo con il quadrato. Questo squilibrio rende rapidamente insostenibile il peso di un corpo troppo grande: un essere umano ingrandito di dieci volte, ad esempio, peserebbe mille volte di più ma avrebbe ossa solo cento volte più robuste, un rapporto che porterebbe al collasso dello scheletro sotto il proprio stesso peso.

Anche il sistema cardiovascolare e respiratorio incontrerebbe limiti critici. Un cuore dovrebbe pompare sangue a distanze molto maggiori e contro una pressione ben più alta, con sforzi che ne comprometterebbero l’efficienza e la durata. I polmoni, per parte loro, faticherebbero a garantire un adeguato scambio di ossigeno, data la superficie richiesta per soddisfare le esigenze metaboliche di un organismo enorme. Il trasporto dell’ossigeno, fondamentale per ogni forma di vita complessa, diventerebbe un ostacolo fisiologico insormontabile.

A queste difficoltà si aggiunge quella della termoregolazione. Gli esseri viventi dissipano il calore attraverso la superficie corporea, ma all’aumentare della massa il rapporto tra superficie e volume diminuisce drasticamente. Un organismo gigantesco produrrebbe una quantità elevata di calore che non riuscirebbe a disperdere in modo efficace, col rischio di un surriscaldamento letale. L’inerzia termica di un corpo simile lo renderebbe vulnerabile sia al caldo che al freddo, impedendo una regolazione stabile della temperatura interna.

Dal punto di vista meccanico, anche se si immaginasse un sistema muscolare abbastanza potente da sollevare e muovere un corpo enorme, le sollecitazioni su ossa e articolazioni sarebbero tali da causare fratture e usura precoce. Le soluzioni strutturali teoriche – ossa massicce, muscoli ipertrofici – renderebbero comunque il movimento lento, inefficiente e soggetto a rischi elevati. La mobilità sarebbe fortemente compromessa: il centro di gravità alto e la necessità di una struttura corporea rigida renderebbero difficile mantenere l’equilibrio e reagire rapidamente, esponendo l’organismo a continue instabilità.

In definitiva, l’idea di esseri giganti affascina l’immaginazione umana ma si scontra con vincoli fisici e biologici ineludibili. Le leggi che regolano la crescita, la circolazione, la respirazione, la dissipazione del calore e la biomeccanica pongono un limite invalicabile alla possibilità che creature di dimensioni colossali possano vivere nel nostro ecosistema. I giganti, dunque, continueranno a esistere nei miti, nelle leggende e nel cinema, ma non potranno mai camminare accanto a noi nella realtà. A meno che non vivano davvero ai margini del reale, là dove la scienza non è ancora arrivata. In tal caso, meglio continuare a tenere d’occhio quei video sgranati dell’IA. 
Non si sa mai.

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Una replica a “Troppo grandi per esistere”

  1. […] un articolo di un mese tempo fa, mi ero divertito a rovistare nella letteratura scientifica per dimostrare che mostri giganteschi […]

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