con Cristian

Di tutti i personaggi della saga di Matrix, Seraph è il mio preferito.
Guardia del corpo dell’Oracolo, guerriero abilissimo nel corpo a corpo e con le armi da fuoco; uno che, come apprendiamo nel terzo film, è stato in grado di battere l’agente Smith più volte in passato (e pazienza che lo dica un attimo prima di essere sconfitto a sua volta, su questo torneremo in un altro articolo). L’ho amato dal primo momento: l’immagine di quell’uomo seduto a gambe incrociate nella sala da te, la sua calma e i suoi gesti misurati, mi sono entrati subito nel cuore.
Tuttavia, insieme all’amore per il personaggio quel giorno è entrata nella mia testa, come un tarlo, anche una domanda che mi avrebbe tormentato per anni. La domanda, l’enigma che a lungo ho faticato a risolvere, riguarda la natura di Seraph.
Come noto, dalla fine del primo film Neo acquista la capacità do vedere oltre la simulazione di Matrix. Egli, infatti, riesce a vedere il codice del programma, come gli operatori: le famose scritte verdi verticali che aprono e chiudono i film della serie. Si tratta, chiaramente, di un’allegoria. Il film è opera narrativa e nel rappresentare la realtà si prende molte libertà tra cui quella, per l’appunto, di rappresentare il codice sorgente in quel modo.
Ebbene, se ci avete fatto caso, Seraph appare diverso dagli altri programmi con cui Neo s’imbatte. Di solito, tutto ciò che ha forma in Matrix appare verde mentre Seraph è dorato. C’è solo un’altra cosa ha quell’aspetto: le macchine nel mondo reale. Si vede chiaramente in Matrix: Reloaded, quando Neo arriva nella Città delle macchine e tutto gli appare luminoso e dorato. Quindi, la logica conclusione che ho potuto trarne è che Seraph non fosse un programma ma una macchina. Tuttavia, se così fosse, in quanto oggetto fisico non dovrebbe vedersi nella neurosimulazione computerizzata.
Quindi? Quindi su questa cosa ci ho perso il sonno per anni, senza trovare risposte che mi soddisfacessero su Internet finché sulla mia strada non è apparsa, qualche anno fa, una persona destinata a diventare uno dei miei più cari amici.
Cristian, questo il nome del mio amico, oltre a essere una persona curiosa, intelligente e sensibile, si dà il caso sia anche un brillante programmatore informatico. È stato un lampo, per me, rivolgermi a lui per cercare risposta ai miei interrogativi. Le sue ipotesi sulla natura del personaggio di Seraph mi hanno convinto, così gli ho chiesto se volesse condividerle coi lettori del blog. Ed eccoci qui.
Cristian, dicci, che cos’è dunque Seraph?

Su Matrix e i significati nascosti al suo interno si è discusso all’infinito. Una parte di questi è stata ben definita nella mente dei suoi autori ma la rimanente parte è stata una conseguenza dettata dalla necessità di collegare i molti temi principali tra di loro, prendendosi alcune libertà che hanno giovato alla narrazione ma rendendo molte delle interpretazioni incerte e soggettive.
Io non credo che dietro a Seraph ci sia un pensiero particolarmente complesso o misterioso, almeno non tanto quanto altri che abbiamo visto in Matrix. Guardando i due capitoli in cui appare mi viene da pensare che la sua natura sia semplicemente quella di un firewall.
Un firewall è un dispositivo di rete che filtra il traffico in ingresso in base a determinate regole per proteggere alcune risorse da accessi non autorizzati. Un esempio di questi dispositivi è un programma che oggi spesso troviamo installato nei nostri personal computer e che mentre ci permette di collegarci a siti e servizi (cioè di uscire dalla nostra rete) ci protegge da possibili attacchi via Internet che partano nella direzione opposta. Non si tratta di un antivirus, che è programmato per riconoscere e bloccare alcuni tipi di programmi maligni, ma di un vero e proprio filtro.
Tra parentesi questo è un nome creato per analogia con i muri costruiti allo scopo di limitare la propagazione degli incendi.
Storicamente e tutt’oggi nelle reti di una certa dimensione e complessità i firewall sono però dei dispositivi hardware dedicati (in inglese “appliance”). Non si tratta di altro che di computer privi di tastiera e monitor montati in armadi e dedicati ad un solo compito: filtrare il traffico di rete in ingresso e proteggere le risorse che stanno dietro a loro.
Seraph è una macchina (è dorato) e protegge l’Oracolo, la quale si muove all’interno di una piccola rete di aiutanti e assistenti.
Non solo: i firewall possono essere programmati per verificare le credenziali di chi chiede l’accesso alla rete che proteggono. Seraph sfida Neo perché vuole “verificare che sia chi dice di essere”. Alcuni protocolli di comunicazione di rete si basano su meccanismi di controllo che si chiamano “challenge-handshake” (ti sfido e poi ti stringo la mano) oppure “challenge-response” (ti sfido ed attendo la tua risposta). In questo senso, il comportamento di Seraph mi è sembrato tipico.
Una nota a margine.
Ho detto sopra che parlando di firewall non mi stavo riferendo agli antivirus. In Matrix secondo me il personaggio più simile ad un antivirus è l’agente Smith, un programma che scandaglia il sistema alla ricerca di altri programmi che rappresentino minacce specifiche ed indentificabili (Morpheus e poi Neo). Nell’ultimo capitolo si capisce come Smith sia un pezzo di una Intelligenza Artificiale che ha sviluppato un livello di auto-coscienza tale da staccarsi dalla sorgente e diventare una minaccia a sua volta.
Al giorno d’oggi è normale che i software antivirus utilizzino meccanismi di intelligenza artificiale, anche se ovviamente in un modo molto più primitivo e confinato. Negli anni ’90 quando è stato scritto Matrix però non era ancora così. Si tratta solo di una delle tante intuizioni brillanti che si vedono nella trilogia oggi ancor meglio che vent’anni fa.

Con questo, non ci rimane che ringraziare Cristian per averci permesso di attingere alle sue conoscenze e magari invitarlo a tornare quando ne avrà voglia, per parlarci di qualcos’altro.
Io saluto e ringrazio, come sempre, tutti quelli che sono arrivati in fondo a questo articolo.
Sull’autore
Cristian è mio amico.
Quando non va in bicicletta e non sorprende il resto del mondo con la varietà dei suoi interessi, scrive programmi che fanno funzionare le cose.
Se volete sapere quali cose…


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