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Il blog di Oreste Patrone


Old Saint Joe

Al secolo Joseph Jeffrey Hazelwood, fu comandante della Exxon Valdez dal 1987 al 24 marzo 1989, quando un incidente nello stretto di Price William provocò la fuoriuscita in mare di oltre quaranta milioni di litri di petrolio. 

Nel film Waterworld, colossal postapocalittico ambientato in un mondo sommerso dallo scioglimento delle calotte polari, Hazelwood compare come santo patrono degli smokers, predoni oceanici guidati dal “Diacono” Dennis Hopper, che hanno fatto della Valdez la propria base e sfruttano il combustibile presente nelle cisterne per alimentare le moto d’acqua con cui compiono le loro scorrerie. 

In una scena del film, Hopper si rivolge al popolo degli smokers dicendo di avere avuto una visione di San Joe nella quale il Santo gli aveva dato le indicazioni per raggiungere Dryland, luogo leggendario sopravvissuto al cataclisma. Subito dopo averne placato gli animi e averli convinti a tornare ai remi, Hopper ritorna nella cabina di comando e confessa ai suoi di avere mentito, di non avere la minima idea di dove stiano andando. Quegli idioti – così li definisce lui – avrebbero remato per altri sei mesi prima di rendersi conto che li aveva presi in giro per l’ennesima volta. È qui che si vede il ritratto di Hazelwood, che chiude il cerchio apertosi col primo piano sul nome della nave. 

La citazione della Valdez in Waterworld mi ha sempre lasciato perplesso, mi è sempre sembrata un tentativo di ammiccare allo spettatore con un espediente maldestro. Erano passati solo sette anni dall’incidente, se ne era parlato tantissimo, per cui l’associazione sarebbe stata immediata per chiunque. Ma poi, una volta fatta l’associazione e sorriso della santificazione di Hazelwood, cosa sarebbe rimasto allo spettatore? Quale sarebbe stato il valore aggiunto di questa informazione per la storia? Senza contare che per proporlo si erano dovute fare alcune forzature non da poco. Per dirne una, Waterworld è ambientato nel 2468, considerato che la Valdez è stata varata nel 1984, il relitto avrebbe avuto quasi cinquecento anni quando era diventato la base degli smokers. Per essere un pezzo di ferro a mollo nell’acqua salata da mezzo millennio appare tutto sommato ben conservato. Inoltre, gli smokers non si sarebbero potuti servire del petrolio presente nelle cisterne della Valdez perché le moto d’acqua vanno a benzina e per ottenere la benzina è necessario sottoporre il petrolio a processi di distillazione e cracking catalitico. In sostanza, con la loro fatica avrebbero potuto solo continuare a portare a spasso per l’oceano tutto quel petrolio. E poi c’è un’altra cosa (ce ne sarebbero centinaia da dire, perché sulle lacune di Waterworld si è scritto tantissimo) ma questa più che un errore è un particolare che mi ha sempre fatto sorridere. Nel 1995, quando venne girato il film, la Valdez era ancora in servizio con il nome di Sea River Mediterranean.

Presumo che Reynolds si fosse immaginato un futuro in cui della Valdez – al netto di quanto si è detto sulla sua longevità – esisteva almeno il relitto, tacendo ovviamente del cambio di nome che l’avrebbe resa irriconoscibile allo spettatore e avrebbe vanificato la possibilità di avvalersene per la creazione del personaggio di Old Saint Joe. Il punto è che nel futuro immaginato da Reynolds, se i fatti si fossero svolti come effettivamente si svolsero, non ci sarebbe potuta essere nessun relitto con quel nome. Infatti, nell’agosto del 2012, la Oriental Nicety – nome attribuito alla nave dall’armatore indiano che la comprò nel 2008 – giunse nel porto di Alang, in India, per essere smantellata.

Se davvero dopo il 2012 si fossero sciolte le calotte polari, Hopper e i suoi si sarebbero dovuti trovare un altra base. E non ci sarebbe stato nessun Old Saint Joe da cui trarre ispirazione.

Non è mia intenzione fare la recensione di Waterworld, perché se ne è già scritto tantissimo, per cui chiudo qui questa breve digressione. Non posso farlo, tuttavia, senza una doverosa menzione speciale per la buonanima del grande Hopper, indimenticabile Billy di Easy Rider, che nel ruolo del Decano – che gli valse un Razzie Awards come peggiore attore non protagonista – riuscì a peggiorare un film che sembrava davvero impossibile peggiorare. C’è della grandezza anche in questo.



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