L’ho incontrato, la prima volta, durante una delle prime passeggiate nel quartiere con Kyra.
L’ho chiamato così perché a differenza dei suoi colleghi più titolati ed esperti che hanno investito tempo e denaro in formazione – e magari lavorano da anni con cani anche problematici – lui le cose le sa perché gliele ha spiegate suo cugino, il quale non ha un cane però ha un amico che ne sa perché possiede un pitbull. “Un cane buonissimo”, si affetta ad aggiungere, “Fai conto che si lascia fare di tutto dai bambini e non gli ringhia nemmeno. Per dire.”
Per dire. Infatti.
L’educatore cinofilo occasionale – dicevo – non ha fatto corsi, la sua è una conoscenza indiretta, fatta di sentiti dire, e dispensare consigli è più una sorta di passatempo che un mestiere. Lo fa, per l’appunto, ogni volta si presenta l’occasione (da cui il soprannome). Eccone alcuni.
L’amico di suo cugino ha detto, per esempio, che al cane bisogna mettergli la mano nella ciotola quando mangia per fargli capire chi comanda. Sempre lui, ha spiegato a suo cugino che prima di fare mangiare il cane devi farti vedere da lui mentre mangi tu, così lui capisce che sei tu che comandi. Infine, il cane va schienato e tenuto fermo in quella posizione più a lungo possibile perché così capisce chi comanda. Ruota tutto attorno a quello, insomma.
La casa dell’amico di suo cugino è in pratica una specie di caserma e lui è tipo il sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket.

Io non sono un tipo molto paziente e solitamente non mi faccio problemi a mandare a quel paese il prossimo, soprattutto quando è un prossimo molesto, tuttavia negli ultimi tempi ho deciso di smussare certi miei spigoli caratteriali e di essere più gentile. Per questo motivo, l’ho ringraziato dei consigli e gli ho spiegato che sono già seguito da una veterinaria esperta in comportamento animale e da un’educatrice, sperando che fosse sufficiente, che bastasse ad arginare quella diarrea verbale ma mi sbagliavo: l’educatore occasionale mi spiega che lui mica è un esperto, lui dice solo quello che ha sentito dire da suo cugino che l’ha sentito dire dall’amico. Quello di prima, quello col pitbull che forse però non è più sicuro che sia un pitbull, forse un altra razza non sa.
Per fortuna è da un po’ che non lo incontro ma conservo intatte tutte le sue perle di saggezza cinofila e ho voluto tenere in serbo l’ultima per la chiusura di questo articolo. Eccola:
“Ti devi sedere di fronte al cane, guardarlo fisso negli occhi e dagli delle sberle sul muso. Ma piano, eh. Solo… “
“Per fargli capire chi comanda” suggerisco. Ormai ho imparato.
“Esatto!”
“Scusa se ti chiedo una cosa: ma l’amico di tuo cugino non ha paura che un giorno al cane possano girargli le palle?”
“Impossibile.”
“Perché?”
“Perché è lui che comanda.”
Giusto. Scemo io che l’ho chiesto.
Fatemi sapere nei commenti se anche voi è capitato d’incontrare qualcuno così o se sono io l’unico fortunato.
Buone passeggiate!
#Me&Kyra


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