MinimiTermini

Il blog di Oreste Patrone


Via Brigata Pavia, 69

Giorni fa, durante una delle nostre passeggiate serali, entrando in Viale Colombo da Via Brigata Pavia, Kyra si è fermata ad annusare qualcosa che sporgeva dal muretto di cinta di un’abitazione. Sulle prime mi era sembrato un tubo metallico – uno scarico interrotto o qualcosa del genere – ma non aveva senso a quell’altezza da terra, così mi sono avvicinato e ho notato che era chiuso da una calotta con delle scritte consumate dalla ruggine e dal tempo, che non sono riuscito a leggere.

Ho ripulito l’oggetto con un fazzoletto, gli ho fatto una foto e tornati a casa mi sono messo a smanettare con le applicazioni di fotoritocco, in stile CSI, finché non ho decifrato le parole “MILITARE” e “LIVELLAZIONE” scoprendo che l’oggetto misterioso altro non era che un caposaldo della Rete di livellazione di alta precisione IGM, id. 00AJ#_D01_003# GORIZIA – VIA BRIGATA PAVIA 69 (CASA CASSANI), come ci dice il sito dell’Istituto Geografico Militare. Trattasi di Caposaldo di IV Categoria o Caposaldo di linea, CSO.

Prima di proseguire con la storia e i dettagli della mia piccola scoperta, è il caso di spiegare ai non addetti al lavori che cos’è una livellazione e perché è così importante. La livellazione geometrica consiste in una serie di operazioni di rilievo attraverso le quali si può determinare il dislivello fra due punti. Se uno dei due ha quota nota e certa, come nel caso dei caposaldi IGM, dal dislivello posso calcolare con precisione la quota del mio punto per somma o differenza dalla quota del caposaldo. Questo, prima dell’avvento delle moderne apparecchiature satellitari che hanno rivoluzionato le operazioni di rilievo topografico. Il discorso sarebbe lungo e complesso, meriterebbe una trattazione a parte che sarei felice di fare ma credo che risulterebbe un po’ troppo di nicchia per i lettori di MinimiTermini, per cui restiamo nel generico e diciamo che, in sostanza, la funzione dei capisaldi era di fungere da appoggio alle operazioni di livellazione. 

Ciò doverosamente precisato, parliamo della storia.
Il 27 ottobre 1872, Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e volontà della Nazione, Re d’Italia, su proposta del Ministro della Guerra, generale Cesare Francesco Ricotti-Magnani, costituisce con regio decreto n. 1084 un Istituto topografico militare sotto l’alta direzione del Comando generale del Corpo di Stato Maggiore. “Uffizio essenziale” – così recita l’articolo 2 del decreto – del neonato Istituto topografico è quello di eseguire i lavori geodetici e topografici per i bisogni militari dello Stato, nonché di riunire e uniformare la cartografia degli Stati preunitari, la cui formazione e conservazione era affidata a diversi uffici, ciascuno dei quali portò in eredità al nuovo organismo la propria dotazione di strumentazione e il proprio patrimonio di conoscenze scientifiche. Nel 1882 l’istituto cambia nome, diventando Istituto Geografico Militare. 

La rete di livellazione attuale è quella cosiddetta “moderna”, realizzata dall’IGM tra il 1948 e il 1972. Pur essendo partito sotto i migliori auspici, infatti, i lavori del neonato istituto topografico furono inevitabilmente segnati dalle due guerre mondiali e solo nel 1948, per l’appunto, poterono partire i lavori di livellazione. Furono posati più di 13.000 caposaldi, tre dei quali nel mio quartiere, tra località Straccis [00AJ#_D01_002# GORIZIA] e il Ponte del Torrione [00AJ#_D01_004# GORIZIA]. La compensazione dei dislivelli puri misurati è avvenuta in appoggio a tre differenti mareografi: Genova per la parte di territorio peninsulare, Cagliari per la Sardegna e Catania per la Sicilia. Tutte e tre le stazioni fanno oggi parte della rete mareografica nazionale gestita dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale [ISPRA]. Sempre per i non addetti ai lavori, spieghiamo che la funzione del mareografo è quella di registrare le variazioni del livello del mare, molto importanti per determinarne il livello medio e quindi le quote rispetto a quest’ultimo.

La storia della rete di livellazione di alta precisione è la storia di un sogno, di una grande impresa di modernizzazione che per essere portata a compimento ha richiesto ventiquattro anni di lavoro. Mi piace l’idea che nel mio quartiere siano visibili quei tre capisaldi, ognuno di essi è infatti un pezzetto di storia del Paese, una testimonianza, meno evocativa e appariscente di altre ma comunque meritevole di essere ricordata. Ognuno di essi è come una targa commemorativa posta a ricordo di tutti gli sconosciuti che hanno partecipato all’impresa, un punto di riferimento sentimentale, metafisico oltre che geodetico. La storia non è solo il generale Ricotti-Magnani, che ebbe l’idea dell’istituto topografico unitario e diede impulso alla sua formazione, ma anche il soldato – a cui questo articolo è dedicato – che posò accanto al caposaldo di Casa Cassani. La storia, cantava De Gregori, siamo noi.



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