MinimiTermini

Il blog di Oreste Patrone


Il tempo giusto – parte seconda

con Jessica Strgar
Educatrice cinofila

Tempo fa, incontrai al Parco di Piuma una signora che mi fece i complimenti per il comportamento di Kyra e mi chiese se mi fossi rivolto a qualcuno per il suo addestramento. In quella sede, sorvolai sull’uso improprio del termine addestramento applicato al nostro caso e mi limitai a dire che frequentavamo un’educatrice una volta alla settimana. 

La signora, inoltre, volle sapere se avessi imparato dall’educatrice a comandare il cane. Disse proprio così: comandare. 

Le spiegai che in un anno di scuola – come chiamo affettuosamente le sessioni di lavoro in campo nei nostri dialoghi su Me&Kyra – l’unico comando che avevo imparato era l’aspetta, perché funzionale allo svolgimento di certi esercizi. Quello che stava guardando era il risultato di un tipo di lavoro diverso, basato su altre premesse e con altri obbiettivi rispetto all’addestramento. Inoltre, spiegai che non m’interessava di comandare nessuno, che con Kyra stavo cercando di costruire un’amicizia, non un rapporto di subordinazione. 

Non sono sicuro che la signora abbia capito ma poiché non era la prima volta che qualcuno mi rivolgeva quel tipo di domande [l’ultima anche recentemente], ho pensato che fosse arrivato il momento di dare nome, volto e voce alla seconda presenza fondamentale del percorso terapeutico di Kyra, colei che pure è già apparsa più col suo alter ego anonimo su queste pagine. Diamo dunque il benvenuto su MinimiTermini a Jessica Strgar, educatrice cinofila ABSolute Animal e “maestra” della mia Kyra. 

Buongiorno Jessica, benvenuta tra noi. 
Allora, che ne dici di farti finalmente conoscere dai nostri lettori e spiegarci in che consiste il tuo lavoro?

Buongiorno Oreste
e buongiorno a tutti i lettori di MinimiTermini. Molto spesso si fa confusione tra la figura dell’addestratore e quella dell’educatore; di conseguenza, spesso i proprietari mi chiamano e mi chiedono di aiutarli a fare un po’ di addestramento al proprio cane perché magari non ascolta, tira al guinzaglio o ha altre problematiche. 

A tale riguardo, premetto che fin da quando ho iniziato questa professione, ho deciso di lavorare in equipe con la dottoressa Manari. Ritengo che in questo modo si riesca ad ottenere un approccio al cane a trecentosessanta gradi e, soprattutto, perché la figura del medico veterinario comportamentalista è quella più competente per comprendere, prevenire e curare tutte le problematiche legate al comportamento. 

Nel mio lavoro, mi concentro molto sul benessere emotivo del cane e sui bisogni etologici, lavorando in sinergia con il proprietario al fine di aiutarlo a leggere e comprendere meglio il suo cane per garantirgli una vita serena e appagante. Non uso i classici comandi come seduto terra ecc., e non mi concentro sul rendere un cane ubbidiente usando rinforzi o punizioni. Mi piace lavorare consigliando in primis uno stile di vita adatto al cane, tenendo conto delle eventuali criticità ma anche dei punti di forza del soggetto; fornisco ai proprietari nozioni base sui bisogni del cane, su come quest’ultimo comunica con noi e su come noi possiamo comunicare con lui.

Spesso vedo che ci si concentra troppo sull’avere un cane ubbidiente e meno sui bisogni e sull’emozione che un cane prova in un determinato contesto. Il più classico è il cane che al guinzaglio tira e si lancia addosso a cani e persone. I proprietari urlano comandi, lo sgridano, lo strattonano, cercano di distrarlo, magari con un pezzo di biscotto, ma ignorano l’emozione che si nasconde dietro questo comportamento ad esempio la paura. 

Di cosa ha bisogno quel cane in quel momento? 
Di qualcuno che lo comprenda. Offrirgli del cibo o dargli ordini significa che lo stiamo ignorando, stiamo ignorando la causa del problema concentrandosi solo sulla sua conseguenza. Dall’altra parte del guinzaglio, il proprietario deve essere in grado di cogliere i piccoli segnali fatti di posture, posizione delle orecchie, della coda e altri; magari, prendere semplicemente le distanze da quella situazione e non obbligare il cane a trovarsi talmente vicino all’altro da sentirsi in dovere di attaccare per potersi difendere. Questo, naturalmente, è solo un esempio. Con un cane che ha paura degli altri cani, delle persone ecc. si potrà lavorare al fine di fargli vivere esperienze positive, puntando sull’acquisizione di adeguate competenze. Quindi, estrema considerazione di tutti quei segnali che il cane invia continuamente, ai quali il proprietario deve dare la giusta importanza in modo tale che il cane si senta compreso perché, proprio come noi, se accanto abbiamo qualcuno che ci capisce, qualcuno che ci dà ascolto quando noi diciamo qualcosa, partiamo già con il piede giusto. 

Un altro aspetto importante è quello di accettare il cane che abbiamo, che avrà i suoi punti di forza e i suoi punti critici, che fanno di lui un individuo unico. Non possiamo cambiare un cane, ma possiamo affiancarlo ed aiutarlo a superare le sue insicurezza e le sue difficoltà. Per fare questo, dobbiamo essere proprietari presenti e sensibili, costruire una relazione basata in primis sulla fiducia reciproca, garantendo al cane una vita che soddisfi i suoi bisogni di cane come passeggiare tra i campi, seguire la traccia di un animale e rotolarsi nel fango, nutrirsi con cibi genuini e possibilmente freschi, fare attività soddisfacenti. 

Ma quindi come faccio a risolvere una problematica del mio cane? 
Innanzi tutto, offrendo supporto emotivo; poi si inizierà a lavorare fuori dal problema, si proporranno attività cucite su misura sul singolo soggetto in base alle sue caratteristiche, si punterà a potenziare la collaborazione con il proprietario che si spera diventi un buon referente al quale il cane riuscirà ad affidarsi.

Concludo dicendo che per costruire una buona relazione con il proprio cane non esistono scorciatoie; non basterà comprarlo con dei premietti e non servirà imporsi con la forza o con toni autoritari. Ci vogliono impegno, tempo ed empatia. È un po’ come costruire una casa: piano piano, un mattoncino alla volta.
Il controllo crea delle distanze enormi, il cane viene ridotto ad un soldatino di cui viene completamente ignorata la parte emotiva.

Potrei parlare ancora a lungo dei bisogni dei cani, degli errori più frequenti, ma credo che per oggi abbiamo offerto già abbastanza spunti ai tuoi lettori. Magari, se avrai piacere, potremmo parlarne una prossima volta.

Certo che mi farebbe piacere!
Ringraziamo Jessica per essere stata con noi oggi e per averci spiegato in che consiste il suo lavoro. Ringraziamo anche tutti voi per averci seguito in questa miniserie in due puntate, nella quale abbiamo voluto da un lato dare volto, nome e voce alle professioniste che ci hanno seguito nel percorso di Kyra e, attraverso il loro contributo, diffondere un approccio etico all’educazione al cane.

Jessica Strgar

Sono nata a Gorizia il 13/03/1992.
I cani e gli animali in genere sono sempre stati una mia passione. In seguito all’esperienza di volontaria in canile e per aiutare la mia cagnolina Zola ho deciso di iniziare a formarmi ufficialmente. Mi sono iscritta alla scuola ABSolute Animal di Anne Bigi e in seguito ho frequentato corsi, webinar e seminari sempre inerenti al tema delle problematiche comportamentali. Quando non aiuto i cani e le persone a ritrovarsi, mi prendo cura dei miei animali.



Una replica a “Il tempo giusto – parte seconda”

  1. […] ho chiesto a Jessica Strgar, educatrice cinofilia e “maestra” della mia Kyra, già nota ai lettori di MinimiTermini, se volesse dedicarci un po’ del suo tempo per aiutarci a chiarire la questione.Bentornata tra […]

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