MinimiTermini

Il blog di Oreste Patrone


Tutta colpa della pettorina? – Parte seconda

con la dott.ssa Monica Manari
Medico veterinario comportamentalista

Dopo aver approfondito la questione delle implicazioni legate all’utilizzo della pettorina insieme a Jessica Strgar, abbiamo escluso che sia questo strumento a indurre il cane a tirare al guinzaglio durante le passeggiate. 

Dall’intervento di Jessica è emerso che dietro questo comportamento c’è spesso molto di più di un mero fatto tecnico legato allo strumento ma un ampio e complesso ventaglio di motivazioni, spesso legate agli stati d’animo del cane e alla loro gestione da parte di quest’ultimo. Per questo motivo, abbiamo pensato d’interpellare la dottoressa Monica Manari, veterinaria esperta in comportamento animale, anche lei volto noto di MinimiTermini, per aiutarci a chiarire questo aspetto.
Buongiorno Monica, bentornata.

Buongiorno Oreste
e buongiorno ai lettori di MinimiTermini.
Quello sulla scelta dello strumento di conduzione è forse uno dei dibattiti più accesi, quando si parla di cani; una scelta sulla quale gli stessi professionisti cinofili propongono linee di pensiero spesso discordanti. Tale strumento è associato ad un’idea di corretta conduzione basata su un concetto, prettamente umano, di andatura lineare che il cane deve tenere quando è al guinzaglio. Tale visione, sicuramente parziale, esclude completamente due elementi chiave dei processi di apprendimento: l’emotività del cane e la relazione di fiducia tra soggetto animale e proprietario

Sappiamo dalle neuroscienze che gli animali sono esseri senzienti, che provano dolore e hanno consapevolezza di sé, hanno ricordi in aree specifiche del cervello deputate all’elaborazione cognitiva, necessari per mettere in atto strategie personali sperimentate nel quotidiano. Insomma, alla base dell’esprimersi c’è il sentire, il tutto innescato da circuiti neuronali a guida dei quali, come un direttore d’orchestra, c’è l’emotività. Quello che viene elaborato nel cervello si trasforma in comportamento.

Proviamo allora a cambiare punto di vista nell’osservare l’apprendimento del cane e domandiamoci quale sia lo strumento meno impattante e più efficace sullo stato emotivo e, di conseguenza, sull’apprendimento, durante la conduzione al guinzaglio. Proviamo a riflettere insieme sull’utilizzo di un collare o di una pettorina, senza schierarci a priori su una posizione pro-utilizzo o sulla sua demonizzazione, consideriamo lo strumento in quanto tale.

Se analizziamo l’anatomia della zona anteriore del collo del cane, troviamo tutta una serie di strutture molto delicate: trachea, esofago, faringe; nella porzione laterale importanti vasi sanguigni e nervi, nonché vertebre che racchiudono e proteggono strutture importantissime quali il midollo spinale ed i nervi periferici che da esso fuoriescono. È abbastanza ovvio che continui insulti meccanici su queste strutture non possono che provocare, a lungo termine danni a volte anche irreversibili.

I continui microtraumi [in alcuni contesti strattonate o altro] provocano lesioni muscolari, sublussazioni vertebrali, irritazioni del laringe o trachea, tiroide o  danni da compressione nervosa cervicale con possibile paralisi transitoria degli arti anteriori.

Già questa valutazione dovrebbe indurre a una riflessione più consapevole sull’uso di tale strumento. Basterebbe pensare – cosa che a noi umani piace tanto – come ci sentiremmo con un foulard o una sciarpa ben stretta sul collo di cui magari qualcuno, per fermarci, afferrasse un lembo e lo tirasse. Come ci sentiremmo?

In uno studio svoltosi in Svezia su 424 cani si è valutato il legame tra problemi comportamentali e dolore cervicale e dorsale. [Problem analysis and traning. Statistical follow-up report from instructors trained in handling problem dogs” – A. Hallgren, 1993] Tra le possibili cause, per la prima volta, sono state inserite cause legate al tipo di conduzione. Il 91% dei cani con danni cervicali, indossava il collare e subiva frequenti strattoni o era solito tirare con forza se portato al guinzaglio. Per ridurre la forza di traino il conduttore applicherà una forza di trazione opposta e se non sarà sufficiente utilizzerà uno strattone.

Un ulteriore aspetto che necessita di maggiore consapevolezza riguarda la qualità dell’apprendimento di un soggetto. che è strettamente legato allo stato emotivo con cui quel soggetto affronta l’esperienza, piacevole o dolorosa. Quale può essere l’emozione provata da un cane nella situazione che abbiamo appena descritto? La paura di provare dolore, chiaramente. 

Inoltre, il provare dolore associato al contesto creerà una condizione di contrasto emotivo che in  termini di relazione svilupperà nel tempo  un conflitto che porterà all’inibizione o alla ribellione all’interno della dinamica relazionale, che non è detto che si manifesti per forza durante la conduzione al guinzaglio.

Domandiamoci allora cosa indurrà in quel cervello ad affrontare una passeggiata con l’umano di riferimento, provando una compressione al collo? Solamente un conflitto in uno stato emotivo già difficile per quel cane e, nei casi più gravi e magari presenti da più tempo, problemi comportamentali e fisici importanti.

Sfido chiunque a dimostrarmi che un lavoro cognitivo associato ad un’emozione negativa quale la paura della mano, in questo caso, sia funzionale ad un apprendimento sano ed efficace.

Il collare, spesso a strozzo viene utilizzato per inibire il “tirare”.

Tale comportamento può avere diverse origini.
Molti cani manifestano disagio in differenti contesti, generato da paure ambientali alimentatesi nel tempo o da difficoltà comunicative intra o interspecifiche. Oppure il tirare è l’espressione di scarsa attività fisica settimanale o da un eccessivo stato di eccitabilità innescato da deficit di autocontrollo non correttamente gestiti nel tempo. 

Quindi spesso il tirare è un sintomo di disagio dell’individuo che andrebbe indagato al fine di riequilibrare l’emotività ed affrontare l’apprendimento di nuove tecniche.

Io consiglio la  pettorina ad H, in quanto poggiando  le sue fasce sul cinto scapolare, lascia completamente libero l’arto anteriore in un’andatura fluida e consente un movimento libero del collo, elemento comunicativo fondamentale nella comunicazione  canina. Questo strumento a mio avviso consentirà una predisposizione emotiva del cane più serena e rispettosa e sicuramente un apprendimento più efficace. Ovviamente, va correttamente insegnato, con calma e rispetto.

dott.ssa Monica Manari

Medico veterinario esperto in comportamento animale ed in interventi assistiti con gli animali(IAA). Conseguo la specialità a seguito di un master post laurea presso l’Università di Pisa in Etologia e benessere animale nel 2012, dopo un attività in clinica ambulatoriale dal 1997. Mi occupo esclusivamente del benessere psico fi



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