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Il blog di Oreste Patrone


Neville, il mio eroe

Come accade per le scene memorabili, anche per i personaggi di Harry Potter il ventaglio è ampio abbastanza da permettere a chiunque di trovare il proprio preferito. Dai tenebrosi Mangiamorte ai coraggiosi membri dell’Ordine della Fenice, dalle delicate farfalle della scuola di Beauxbatons ai variaghi di Durmstrang, ce n’è veramente per tutti i gusti.

Il mio preferito è Neville Paciock.
Sì, lo so, non è il primo nome che viene in mente quando si pensa ai personaggi indimenticabili di Harry Potter, eppure credo che Neville sia uno dei più interessanti. Inizialmente timido, impacciato e incline a combinare disastri, Neville evolve molto nel corso della storia, acquisendo sempre più consapevolezza di sé fino a diventare un ritratto del coraggio. Ne I Doni della Morte: Parte Seconda, per esempio, affronta due Mangiamorte saliti sul treno per cercare Harry Potter chiamandoli “sfigati” senza mostrare il minimo cedimento. Ma aveva già dato prova del proprio coraggio anni prima, invitando Ginny Weasley al Ballo del Ceppo, mentre Harry, Ron e altri esitavano. Come spesso accade a chi si vede appiccicare addosso l’etichetta di perdente – un’etichetta ingiusta, ma difficile da staccare – Neville si comporta come uno che non ha niente da perdere. E allora osa. Osa e vince.

Riflettevo su quanto questa sia crescita sia legata allo studio dell’Erbologia. In Neville, le piante rappresentano quel qualcosa in cui finalmente anche lui eccelle. Harry Potter ha il suo talento per il Quidditch, Hermione ha la sua intelligenza… E Neville scopre di avere il pollice verde magico. Anche se i suoi inizi non sono promettenti — basti pensare a quando sviene per il richiamo delle mandragole — nel tempo si fa strada, diventando competente e fiducioso. In Harry Potter e il Calice di Fuoco è lui a salvare Harry suggerendogli l’Alga branchia. 

La sua evoluzione culmina nell’eroismo.
Neville distrugge un Horcrux usando la spada di Grifondoro per tagliare la testa al serpente Nagini. Quando tutto sembra perduto, va incontro ai Mangiamorte, che lo deridono – Voldemort, vedendolo uscire dalle file di Hogwarts, esclama: “Speravo in qualcosa di più”. Ma Neville sa cosa vuole, non si lascia intimorire e pronuncia un discorso che riaccende gli animi dei difensori esausti della scuola. In quel momento, Neville incarna lo spirito stesso della resistenza contro il male. 

La forza morale di Neville è straordinaria.
Come Harry, ha vissuto una tragedia personale: cresciuto senza genitori poiché i suoi furono torturati dai Mangiamorte con la Maledizione Cruciatus. Spesso ci concentriamo sul dolore di Harry per la perdita dei suoi genitori, ma raramente riflettiamo sulla storia di Neville, che porta il peso di un trauma analogo. Eppure, nonostante tutto, alla fine trova il proprio posto nel mondo e diventa professore di Erbologia a Hogwarts, seguendo la sua passione e il suo talento.

Quindi, quando penso al mio personaggio preferito, penso a lui; penso a Neville Paciock, un ragazzo che è partito pieno di insicurezze e di inciampi, ma che alla fine ha trovato il suo modo di stare al mondo. Che poi è quello che dovremmo fare tutti: scoprire chi siamo, accettare le nostre fragilità e trovare il coraggio di restare fedeli a noi stessi. 

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