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Il blog di Oreste Patrone


L’infanzia negata di Patriota

È impossibile guardare The Boys senza restare affascinati e al tempo stesso disgustati da Patriota. Più di ogni altro personaggio della serie, egli incarna la contraddizione: è un dio artificiale, creato in laboratorio spingendo all’estremo le capacità fisiche di un corpo geneticamente modificato, ma prigioniero di una psiche fragile, segnata dai traumi, dall’isolamento e dalle privazioni affettive.

Egli non ha avuto un’infanzia e non ha conosciuto l’amore. È cresciuto nelle stanze blindate di un laboratorio sotterraneo, sotto gli sguardi cinici di chi lo osservava come un esperimento e ne derideva la condizione. La sua vita era scandita da sperimentazioni dolorose ripetute con la freddezza del protocollo di laboratorio.

Da quel vuoto sono nati la sua crudeltà e la sua follia, la brutalità con cui annienta i nemici e il cinismo con cui guarda il mondo. Patriota non conosce limiti, perché nessuno glieli ha mai insegnati. Si muove come una furia, travestito da salvatore, adorato come un idolo, ma in realtà è un predatore apicale dei più pericolosi.

Dietro la maschera dell’onnipotenza rimane, tuttavia, la sua solitudine che non è scusante, ma radice stessa del suo male. La sua non è innocenza infantile, ma qualcosa di più oscuro: un arresto dello sviluppo fuso con tratti antisociali. Patriota non ignora la distinzione tra bene e male, la conosce e la calpesta, indifferente. È un bambino imprigionato in un corpo onnipotente, capace di orrori che nessuno dovrebbe mai potere infliggere, cosciente di quel potere e disinibito nel suo abuso.

La scena del massacro degli scienziati nel laboratorio è la sua rivelazione. Le conseguenze delle nostre scelte ci trovano sempre, non importa quanto cemento o acciaio possiamo a mettere tra noi e il passato. Possiamo seppellire i fantasmi, ma loro sapranno sempre come tornare da noi. 

Patriota non è soltanto un cattivo. È lo specchio crudele delle nostre rimozioni, il promemoria che nulla resta sepolto e che i conti, presto o tardi, si pagano sempre.

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