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Il blog di Oreste Patrone


La media

Mio padre era un inetto, in cucina. Ciò nonostante, ogni tanto gli prendeva quella di preparare una pasta che lui chiamava “a modo mio”, che consisteva nel condire gli spaghetti con un’accozzaglia di ingredienti presi a caso dal frigo, legati da un paio d’uova sbattute ripassate nel microonde prima di servire: una cosa che neanche nel più turpe degli incubi di Barbieri quando sogna mappazzoni. La proponeva tutto orgoglioso e noi, un po’ per educazione e un po’ per tenerezza, lo lasciavamo fare. Tranne mia madre, che viveva questi slanci come incursioni nel suo regno e si opponeva con un atteggiamento apparentemente collaborativo che in realtà puntava ad arginare l’estro del marito. Si metteva a disposizione – senza che lui l’avesse chiesto – preparandogli gli ingredienti necessari, comprimendone poco a poco la libertà d’azione a uno spazio limitatissimo dal quale lui alla fine poteva al massimo impartirle istruzioni, che venivano sapientemente reindirizzate dall’atteggiamento manipolatorio di mia madre e che si facevano sempre più monosillabiche e apatiche. Andavano avanti così finché mio padre non si arrendeva e si chiudeva in un mutismo che durava per tutto il reso della cena, trasformandola in un evento quasi luttuoso. Mi piacerebbe dire che nonostante tutto mi mancano quelle paste a modo suo ma non è così, perché facevano veramente schifo, come non mi mancano quelle nostre cene a lume di rancore. Ma i miei genitori non erano solo quello, erano molto più della somma dei loro difetti, anche se all’epoca se non me ne rendevo conto. Dal loro esempio ho imparato che talvolta bisogna fare la media, con le persone: prendere il buono, sommarlo al cattivo e dividere per due. Talvolta meglio ancora fare la media ponderata e dare un peso maggiore al buono, se ci si riesce. Il massimo, poi, è riuscire a stemperare il cattivo con le intenzioni se erano buone. Se faccio così, se faccio la media, riesco a perdonargli quasi tutto. E forse, col tempo, arriverò a perdonare anche i mappazzoni.

Antonio Patrone, M.llo [10.03.1948-29.12.2020]
Antonietta Roscica [30.03.1952-26.02.2021]



2 risposte a “La media”

  1. Dovresti ascoltare Carrie and Lowell, un bel disco che Sufjan Stevens dedica interamente alle figure dei suoi genitori. E poi leggere “I miei genitori” dello scrittore serbo Alexandar Hemon.

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    1. Se me lo suggerisci tu, lo farò senz’altro.

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