Una volta lessi un’articolo – una sorta di guida per aspiranti blogger – in cui si sosteneva che la regola aurea per avere successo è essere monotematici. Scrivi della tua passione, diceva, e se ne hai diverse scegline una e scrivi solo di quella.
Non ci ho neanche provato.
L’idea di vincolarmi a un solo argomento mi è sembrata, da subito, incompatibile con il modo in cui concepisco la scrittura. Scrivere, per me, è innanzitutto un gesto di libertà e poter parlare di ciò che voglio, quando voglio, ne è la massima espressione. A questa esigenza si affianca una consapevolezza altrettanto chiara: i miei interessi sono troppo eterogenei e troppo variabili, per poterne eleggere uno solo a tema portante del blog. Posso appassionarmi con la stessa intensità a un libro, a una questione etica o a un dettaglio osservato durante una passeggiata con Kyra – e tutto, in quel momento, mi sembra degno di essere raccontato. Sacrificare questa libertà in nome di una presunta strategia di successo non fa per me.
C’è stato un tempo in cui tutto ruotava attorno alla bicicletta. Prima ancora c’erano stati il disegno, poi i libri. Oggi è il tempo dei cani; o, meglio, del mio cane. Tuttavia, se guardo indietro, posso riconoscere un filo conduttore. Nessuna di queste passioni è stata un capriccio; tutte, a modo loro, sono state porte, strumenti per esplorare parti di me.
La bicicletta è stata una delle metafore più potenti della mia vita.
Pedalare mi ha insegnato il sacrificio, la solitudine, la fatica; mi ha accompagnato nei momenti difficili, aiutandomi a ritrovare un ritmo quando tutto sembrava andare a rotoli. In quei momenti, mi sono aggrappato a quello che restava della mia vita con la stessa forza con cui avevo imparato a stringere la parte alta del manubrio in salita e, proprio come in una salita, ho stretto i denti e sono andato avanti.
Kyra, invece, è arrivata nella mia vita per realizzare un mio desiderio, ma l’inizio con lei è stato difficile. Abbiamo imparato a conoscerci poco a poco e più conoscevo lei, più scoprivo cose di me stesso che mai avrei pensato di avere.
I libri, infine, hanno aperto strade e allargato i miei orizzonti interiori. Alcuni mi hanno insegnato la bellezza delle parole, altri la precisione del pensiero. Da Stoker a Calvino, da Tolkien a Oddifreddi, ognuno ha lasciato un segno, come collegamenti invisibili tra i miei mondi.
A volte immagino i miei interessi come una lunga passeggiata dentro la casa degli specchi. Ogni passione è uno specchio che mi restituisce un riflesso alterato: esagerato, distorto, ma mai falso. Ognuno di loro mostra qualcosa di diverso di me ed è solo attraversandoli tutti che posso intuire la figura intera.
Ecco perché non riesco e non voglio essere monotematico.
Forse questo blog non sarà mai di successo, ma sarà sempre vero.
Perché la coerenza, per me, non è restare uguali: è sapersi ascoltare mentre si cambia e nel riconoscere, in quel cambiamento, il filo che continua a tenerci insieme. Noi e tutti i nostri riflessi.
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