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Il blog di Oreste Patrone


Il tempo che serve

Tempo fa, in uno scambio di commenti a un mio post, un amico mi accusò di non avere il dono della sintesi. Credo che fosse più che altro una provocazione, per suggerire che il mio modo di esprimermi diluiva il concetto rendendolo meno incisivo, quasi scoraggiando la lettura.

È vero che a volte mi lascio prendere da metafore e paragoni che allungano il discorso e ne rallentano il passo — questa stessa premessa è già piuttosto lunga. Tuttavia, vorrei chiarire una cosa. 

Io scrivo di fantascienza, di fumetti, di riflessioni intime, di cani, di politica intesa nel senso ampio, filosofico. In pratica, di tutto quello che mi passa per la testa. Temi diversi, a volte leggeri a volte sofferti. Il cosiddetto dono della sintesi non può valere sempre. Certi pensieri hanno bisogno di spazio. Dedicarglielo non significa diluirli, ma rispettarli e rispettare chi legge, il suo tempo, offrendogli una spiegazione di quel concetto per quanto possibile completa ed esaustiva. È accorciarli, semmai, che li impoverisce, trasformandoli in slogan e togliendo profondità a ciò che avrebbe meritato tempo e attenzione.

Il problema sta tutto in quelle due parole: tempo e attenzione. C’è chi non ha tempo in generale, chi lo avrebbe ma preferisce dedicarlo ad altro — e ci mancherebbe altro — e poi c’è chi semplicemente non ha la capacità di concentrazione necessaria per reggere una lettura che superi i due minuti [se va bene]. Io, però, non intendo adeguarmi a questo. Scrivo come credo sia giusto scrivere e chi vuole leggere lo fa, chi non vuole no. Posso dispiacermi se un amico rifiuta di seguirmi, ma non per questo perderò il sonno.

Oltre un certo limite, la sintesi diventa superficialità. Un concetto che non si lascia comprimere non dovrebbe essere forzato a beneficio di chi non ha la pazienza di leggere. Io non posso adattare il mio linguaggio a un’esigenza di semplificazione che tradirebbe il senso stesso di ciò che scrivo e il motivo per cui lo faccio. Se qualcuno non ha il tempo o la voglia di seguire un articolo per intero, pazienza. Ci sarà sempre qualcun altro disposto a leggere. E chi lo è, forse, dimostra di essere già interessato abbastanza da non considerare un problema la lunghezza del percorso. Del resto, se siete arrivati fin qui senza mollare alle prime righe, vuol dire che queste cose le sapete già.

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